Le bombe a grappolo, progettate in origine dai tedeschi e usate per la prima volta durante i blitz contro l'Inghilterra, hanno una storia lunga quanto insanguinata: oggigiorno, infatti, ci sarebbero circa 400 milioni di persone, disseminate su 25 paesi, specialmente bambini, a rischio per le conseguenze dei bombardamenti.Le bombe a grappolo - «cluster bomb», in inglese, messe al bando dai 109 paesi presenti alla Conferenza Internazionale di Dublino - sono infatti ordigni che, prima di toccare terra, rilasciano decine di mini-ordigni che in teoria dovrebbero esplodere all'impatto con il suolo, ma che in pratica restano in agguato sul terreno pronti ad uccidere al minimo contatto anche a distanza di anni. Il tipo impiegato dai tedeschi durante la Seconda Guerra, la temibile «bomba farfalla», fece la sua ultima vittima nel novembre del 1956, ben 11 anni dopo la fine del conflitto. Gli inglesi pensarono bene di tenere segreto il loro effetto, tanto era letale, per non incoraggiare i tedeschi ad usarle. Ciononostante, le bombe a grappolo vennero in seguito sviluppate indipendentemente da Stati Uniti, Russia e Italia, e vennero usate 'dovunque nel mondo. Secondo i dati forniti dalla ong belga «Handicap International» - autrice di un puntuale studio sugli effetti delle «cluster bomb» - il numero minimo di bombe a grappolo scaricate dal 1965 a oggi, calcolato sulla base di dati certi reperiti in soli 9 Paesi, ammonta a 440 milioni di pezzi. Sempre secondo HI, il 98% delle vittime delle bombe a grappolo sono civili, il 76.8% dei quali sono maschi, dal reddito modestissimo e spesso sotto i 18 anni. Nel Libano del Sud, ad esempio, quasi il 90% della terra usata per la pastorizia e l'agricoltura è oggi contaminata dalle bombe a grappolo inesplose lanciate dalle forze armate israeliane durante la guerra dell'estate 2006, altrettanto pericolose quanto le mini anti-uomo.Le vittime accertate, in tempo di pace, sono 13,306, «sebbene - sottolinea il rapporto HI - il 96% degli incidenti abbia luogo in regioni del mondo dove la collezione dei dati è incerta, circostanza che fa certamente aumentare il numero delle vittime». «Se mettiamo insieme coloro che sono caduti durante gli attacchi a quelli che sono stati colpiti a causa delle contaminazioni», ha detto Marc Joolen, direttore di Handicap International, «il panorama che si ottiene è di una desolante devastazione umana». Anche perché, secondo quanto osservato da HI, spesso e volentieri le bombe a grappolo vengono usate in prossimità di obbiettivi civili, sostituendo l'uso delle truppe di terra - così la NATO in Kosovo. I paesi maggiormente colpiti dal fenomeno sono: Afghanistan, Albania, Arabia Saudita, Bosnia e Herzegovina, Cambogia, Ciad, Cecenia, Croazia, Eritrea, Etiopia, Iraq, Israele, Kosovo, Kuwait, Laos, Libano, Montenegro, Nagorno-Karabakh (Azerbaijan), Serbia, Sierra Leone, Sudan, Siria, Tajikistan, Vietnam e Sahara Occidentale (Marocco).
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