La legge tedesca deve usare il massimo rigore contro i giovani criminali stranieri. E sarebbe opportuno, se e ove necessario, rinchiuderli in campi di rieducazione chiusi e strettamente sorvegliati. Lo dice la Cdu tedesca, il partito della Cancelliera Angela Merkel. La proposta-shock arriva in seguito alla duplice onda di gravi atti di violenza contro anziani tedeschi da parte di giovani criminali stranieri, e dell'allarme della Cdu per le imminenti elezioni nello Stato dell'Assia (lo stato- regione di Francoforte), dove il partito, guidato sul posto dal governatore Roland Koch, rischia di perdere la maggioranza. Ma nel Paese è rivolta, e la Spd, alleata di Merkel nella Grande Coalizione a livello nazionale, parla di gravissimo e pericoloso sbandamento. Il tema dell'integrazione degli stranieri e della criminalità straniera fa così quasi vacillare il governo di Berlino a Capodanno. E Angela Merkel tace. Campi di rieducazione, un termine che evoca il terribile passato nazista della Germania, e anche tremende esperienze del dopoguerra, dal maoismo, agli khmer rossi, diventa vocabolario corrente nella politica del paese numero uno dell'Unione europea. Campi di rieducazione: l'espressione fa tremare. Così all'inizio i nazisti definirono il loro universo concentrazionario. Il principio, rieducare con la violenza reclusiva spezzando animi e fisico, fu quello di Beria in Urss e di Himmler nel Terzo Reich. Poi di Pol Pot in Cambogia.
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