Continua la caccia alle balene da parte del Giappone e continua la caccia di Greenpeace ai balenieri. Nonostante il dietrofront di Tokyo con la decisione di non uccidere 50 megattere, specie a rischio di estinzione, arrivata dopo una condanna internazionale ed una protesta formale diplomatica di 31 nazioni, le navi giapponesi proseguono nel loro obiettivo di catturare 935 balenottere minori e 50 balenottere comuni nell'estate antartica. Dopo dieci giorni di inseguimento la nave di Greenpeace, ha avvistato nelle prime ore del 12-01-08 la flotta baleniera giapponese nel pacifico. Le sei navi giapponesi sono ora seguite a vista dagli attivisti che avvertono per voce del responsabile di Greenpeace Australia Steve Shallhorn: "Se si fermeranno per cacciare balene, allora interverremo. Sino a quando le talloneremo, non potranno cacciare. E' una sorta di maratona quella che è in corso lì". Chiaro l'obiettivo della nave Esperanza, come spiega il portavoce Sara Holden: "Il nostro obiettivo principale è fermare la flotta giapponese dalla caccia alle balene nell'oceano del sud. Da tempo il governo giapponese etichetta come ricerca scientifica l'uccisione della balene, per non infrangere la moratoria della Commissione baleniera internazionale del 1987. Tuttavia gli scambi commerciali che coinvolgono anche Norvegia e Islanda hanno fatto prevalere nella Commissione baleniera internazionale, le posizioni favorevoli a riprendere l'attività,nonostante che la richiesta di carne di balena (considerata una prelibatezza) sia in forte calo anche in Giappone. Un sondaggio del giugno 2006 del Nippon Research Centre mostra che oltre due terzi dei giapponesi intervistati disapprova la caccia baleniera in Antartide e che il 95 per cento non mangia mai, o solo raramente, carne di balena. E' per questo che nei magazzini giapponesi sono ammassate circa 4.000 tonnellate di carne di balena invendute: hanno anche provato a usarla come mangime per cani.
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