lunedì 7 luglio 2008

Caso Shell: il petrolio si tinge di rosso

In questi ultimi 30 anni la Shell ha estratto più di duecento miliardi di sterline dalle terre degli Ogoni e di altri gruppi etnici del delta del Niger. In cambio la popolazione Ogoni è stata sommersa dalla fuliggine, dai fumi e dai fuochi dei pozzi di petrolio e di gas; ha visto l’allagamento e la rovina delle proprie terre coltivabili dal petrolio estratto che ha reso sterile il territorio abitato dagli Ogoni. Quando gli abitanti Ogoni si sono ribellati, la Shell ha fatto si che fossero inviati i militari causando così la morte di centinaia di persone.Per la Shell gli Ogoni sono trascurabili, ma i profitti certamente no. Quando il petrolio si esaurirà i direttori delle compagnie e gli azionisti nella fortezza Europa, sposteranno semplicemente le operazioni da un’altra parte. La Shell si era gia aggiudicata una buona posizione nel hall of fame dei razzisti per il sostegno dato al regime dell’apartheid in Sud Africa. Oggi come ieri continua,così, a mantenere dei rigidi doppi-standard nel trattamento degli Africani rispetto agli Europei.
"Ancora una volta dalla mia cella imploro la comunità internazionale degli uomini e delle donne di buon senso, di fare pressione sul governo nigeriano affinchè la Shell fermi questa carneficina, questo genocidio". Ken Saro Wiwa
(leader tribale degli Ogoni che si trova in prigione a causa di una montatura, in attesa della pena capitale).

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