Sarà una lunga battaglia che avrà come teatro le aule dei tribunali. Una battaglia a suon di articoli della Costituzione italiana e della Convenzione dei diritti dell'uomo. Un braccio di ferro che porterà l'Italia indietro di oltre cinquant'anni, a rivivere il periodo del fascismo e della guerra, della monarchia e della nascita della Repubblica.
I protagonisti sono i membri della ex famiglia reale dei Savoia, che hanno deciso di chiedere 260 milioni di euro di danni allo Stato italiano, come risarcimento morale dei 54 anni di esilio. La richiesta è così suddivisa: 170 milioni di euro invocati da Vittorio Emanuele e 90 milioni da suo figlio Emanuele Filiberto, più gli interessi. Inoltre i Savoia vogliono la restituzione dei beni confiscati dallo Stato al momento della nascita della Repubblica Italiana.
Questo fatto è a dir poco surreale. Forse Vittorio Emanuele e suo figlio si sono dimenticati che il periodo delle monarchia è finito, e che non hanno più alcuna autorità sullo stato, in quanto esiste fortunatamente un sistema democratico basato sulla repubblica. Ma non provano un minimo di vergogna, a chiedere un risarcimento dopo aver permesso a Mussolini l'instaurazione del fascismo, portando cosi l' Italia sull'orlo del baratro....
Mi rifiuto assolutamente di chiamare Vittorio Emanuele re, in quanto tale espressione è il simbolo di una mentalità vecchia e medievale, dove il potere veniva consegnato nelle mani di un' unica persona, tralasciando così la cosa più importante: il potere è del popolo, non del sovrano.
Nessun commento:
Posta un commento