I sindacati hanno fatto il punto diffondendo cifre terribili sull'anormalità italiana. Siamo un paese in cui ogni anno in media muoiono 1.328 persone per infortuni sul lavoro. Di questi l'8% sono donne. Due terzi, circa 850 lavoratori, perdono la vita per cadute dall'alto in edilizia; ribaltamento del trattore in agricoltura o in un incidente stradale nel trasporto merci per le eccessive ore alla guida. I dati, che si riferiscono alla media del triennio 2003-2005, evidenziano inoltre che gli infortuni ufficiali sono 961.163 ogni anno. La riduzione e' tutta maschile, mentre per le donne e' in crescita, con una media del 26%. Senza contare tutti gli infortuni non denunciati all'Inail, e quindi non contabilizzati nelle statistiche, che potrebbero essere, secondo una stima, almeno 200 mila. Altri 300 morti ancora, secondo le stime dell'Ilo (l'Ufficio internazionale del lavoro), sarebbero da ricondurre a malattie di origine professionale. In Europa, stima l'Ilo, per ogni morto d'infortunio decedono altre quattro persone a causa di malattie di origine lavorativa. L'Ilo stima inoltre 13 mila morti l'anno in Italia a causa di esposizione a sostanze chimiche.
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