domenica 23 dicembre 2007

Le torture "segrete" della CIA

A Langley, il quartier generale della Cia, hanno distrutto, contravvenendo agli ordini del potere politico, i video con il brutale interrogatorio di due terroristi.
In particolare quello di Abu Zubayda, un operativo di Al Qaeda, sottoposto al «sottomarino». Lo hanno immerso a testa in giù nell’acqua con uno straccio avvolto attorno al capo. Una situazione che provoca panico nel prigioniero, in quanto pensa di annegare. Un metodo duro e disumano.
Ciò che scandalizza di tale avvenimento è che Il “Washington Post” ha rivelato che alcuni tra i più importanti congressisti erano stati informati sulle tecniche impiegate dalla Cia negli interrogatori. Sistemi introdotti nel 2002 e svelati, tre anni dopo, dalla rete Abc. La «lista» prevedeva: 1) Scuotimento: il detenuto viene preso per la maglia e scosso in modo violento. 2) Lo schiaffo: una percossa a mano aperta sul volto. 3) La pancia: il prigioniero è colpito a mano aperta sullo stomaco; provoca dolore ma non causa danni interni. 4) Il “palo”: la persona deve restare in piedi, in manette, incatenata al suolo per oltre 40 ore. E’ una delle tecniche più temute. 5) La cella fredda: il prigioniero è tenuto nudo in una cella dove la temperatura è mantenuta sotto lo zero. Ogni tanto viene colpito con getti d’acqua. 6) Water-boarding (sottomarino): Il detenuto è immerso ripetutamente nell’acqua, con la testa coperta da uno straccio o da cellophane. Per gli esperti la vittima può resistere una manciata di secondi. A queste tecniche se ne sono aggiunte altre, impiegate da servizi di sicurezza mediorientali. 1) Rovesciamento dell’orologio biologico dell’arrestato, non facendogli capire quando è giorno o notte. 2) Privarlo del sonno per 72 ore. 3) Esporre il sospettato a temperature elevate quindi costringerlo a stare in una cella ghiacciata. 4) Assalto sensoriale: il prigioniero è tenuto in una cella con la luce sempre accesa e viene “bombardato” da musica psichedelica ad alto volume. Sull’efficacia di questi metodi non pochi 007 hanno espresso dubbi. Oltre alle implicazioni morali (ma che sono relative nel mondo degli 007), c’è il problema che il prigioniero, terrorizzato, può cercare di evitare altre violenze fornendo versioni non veritiere. E il suo racconto, oltre a non essere utilizzabile in un’aula di tribunale, è fuorviante.

Nessun commento: