Il Dalai Lama, in una conferenza stampa tenuta nella città indiana di Dharmsala, ha chiesto un'inchiesta internazionale sugli scontri in Tibet, dove la repressione cinese ha causato almeno 80 vittime, secondo il governo tibetano in esilio. Il leader religioso ha condannato quel che ha definito un "genocidio culturale" da parte della Cina. Sempre secondo il leader spirituale dei buddisti tibetani nel Paese c'è uno "stato di terrore. Secondo il Premio Nobel per la Pace, nella regione himalayana è in atto "una discriminazione sistematica" e "i tibetani nella propria terra sono trattati da cittadini di seconda classe". Ed ha poi aggiunto: "A Lhasa erano oltre 50 mila, oggi si sono ridotti a tre mila, per l'arrivo massiccio di cinesi".
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