lunedì 17 marzo 2008

La Croce Rossa denuncia: senza fine la crisi umanitaria irachena

Un nuovo allarme sulla situazione umanitaria in Iraq proprio mentre anche il governo britannico, leale a oltranza nei confronti degli Stati Uniti, sta iniziando a rivedere le sue posizioni e ha annunciato che promuoverà un' inchiesta senza sconti sugli errori fatti.
Secondo un rapporto pubblicato oggi dal Comitato Internazionale della Croce Rossa a cinque anni dall’intervento della coalizione internazionale la situazione umanitaria nella maggior parte dell'Iraq è tra le più critiche al mondo. In base ai parametri internazionali usati per definire le condizioni di vita, milioni di iracheni, cittadini di un Paese che già fu tra i più ricchi e sviluppati dell'area, hanno un accesso insufficiente all’acqua e ai servizi sanitari. E questo significa, fra l'altro, un male tipico del Terzo Mondo, ammalarsi e morire per disturbi curabili in pochi giorni, o del tutto prevenibili.Tra gli iracheni abbandonati la Croce Rossa elenca gli sfollati, le famiglie dei rifugiati, i bambini, gli anziani, i disabili e i parenti dei detenuti. Il rapporto dell’Icrc ricorda poi quello, che il mondo preso da altri affari più urgenti tende a dimenticare, e cioè che gli iracheni continuano a essere uccisi o feriti in attacchi su base giornaliera, ricordando come i civili siano spesso obiettivi deliberati, in piena violazione delle norme di diritto internazionale umanitario. Secondo il Comitato Internazionale della Croce Rossa i servizi base come le forniture idriche ed elettriche e i servizi sanitari sono largamente inadeguati. In molti ospedali mancano sia il personale qualificato, sia le apparecchiature diagnostiche sia i farmaci. La situazione rimane quindi molto critica.

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