sabato 19 gennaio 2008

Il caso della Sapienza di Roma

Alla fine il Papa alla Sapienza non ci andrà. Questo è l’epilogo di una vicenda aperta da una lettera di Marcello Cini inviata al rettore dell’ateneo romano - uno dei più prestigiosi del nostro paese, in cui Cini ha svolto la sua carriera di fisico - per invitarlo a rivedere l’invito fatto al pontefice in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico che ci sarà domani. Un invito che prevedeva in un primo momento una lectio magistralis del Papa alla presenza del ministro Mussi, trasformata poi in un intervento da parte di Ratzinger dopo che la cerimonia di inaugurazione, fatta dal ministro, si era conclusa. «Un problema più di immagine che di sicurezza» motiva così il Vaticano la decisione. «Uno sbaglio aver creato le condizioni per cui il Papa abbia dovuto rinunciare» commenta il ministro dell’Università Fabio Mussi. Di errori in questa vicenda - a dire il vero- ce ne stanno da tutte le parti. E alla fine il ruolo della vittima lo fa il pontefice, la cui posizione oscurantista nei confronti della scienza era stata il motivo delle proteste verso la sua presenza all’inaugurazione dell’anno accademico, mentre ad essere tacciati di oscurantismo – vero paradosso - sono adesso i 67 professori che avevano firmato la lettera di Cini. Una vicenda che riporta appieno alla difficile dialettica tra scienza e religione, su cui il confronto-scontro è aperto sin dai tempi di Cartesio, e sulla laicità della scienza, richiamata nell’appello dei professori dell’università La sapienza. Così come difficile è riuscire a mantenere fede alla laicità dello Stato. Il tema della laicità dello Stato è sancito in maniera solenne dalla nostra costituzione, ma non è cosa facile l’applicazione di questo principio, avendo nel cuore della capitale il Vaticano ed essendo il Papa, oltre che suo capo di Stato, anche il pastore della più diffusa organizzazione religiosa a livello mondiale. Ma la sua applicazione è difficile anche perché il tema della laicità sconfina spesso con quello dell’etica, che - per mantenere un approccio laico - andrebbe declinata dalla sfera dei comportamenti individuali (etica soggettiva) a quella delle azioni e dei valori comuni (etica oggettiva). Problema effettivamente non semplice da risolvere ma che andrebbe tenuto in conto sia quando si ha a che fare con temi che riguardano la fede sia quelli che riguardano la scienza. La questione della laicità dello stato, ora, è più che mai sentito in Italia. Il negare la visita del papa alla Sapienza è, secondo me, stato un errore, in quanto credo che il confronto e lo scambio di opinioni, in un luogo dove dovrebbe esserci libertà di espressione e dialogo, quale l' università, sie un punto fondamentale per la crescita interiore degli studenti, a prescindere che seguano e si riconoscano o meno nella figura del papa. L' ascolto,infatti, non può portare altro che conseguenze positive, ed è indispensabile per la maturazione di ogni singolo individuo.
Cosa ne pensate, invece, voi di tale questione???
Attendo i vostri spunti riflessivi....
Scrivete!!!

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