venerdì 18 aprile 2008

Sì alle iniezioni letali negli Usa, le esecuzioni possono riprendere

La Corte suprema degli Stati Uniti a grandissima maggioranza ha confermato l'uso delle iniezioni letali per le esecuzioni, bocciando il ricorso contro il cocktail di tre farmaci utilizzato nella maggior parte delle esecuzioni negli ultimi 30 anni. La decisione è stata presa con sette voti a favore e due contrari e permette la ripresa delle esecuzioni capitali negli Usa sospese in attesa della sentenza. La Corte ha respinto il ricorso inoltrato da due condannati a morte del Kentucky, secondo i quali il cocktail utilizzato nelle esecuzioni sarebbe contrario alla Costituzione, che proibisce qualsiasi punizione "inusuale e crudele" per i detenuti. Da sei mesi negli Stati Uniti non si eseguono condanne a morte. E' la sospensione più lunga dal 1982 ed è, inoltre, coincisa con la moratoria universale sulla pena di morte approvata a dicembre dall'Assemblea generale dell'Onu, anche se gli Usa hanno già fatto sapere che non vi si atterranno. L'ultima esecuzione risale al 25 settembre quando un cocktail di veleni fu iniettato nel braccio di Michael Richard, 48 anni, condannato in Texas per aver stuprato e assassinato una giovane donna. Alcune ore prima dell'esecuzione la Corte suprema federale aveva annunciato di voler esaminare la legalità del metodo. I nove giudici di Washington hanno accettato di valutare la richiesta di due detenuti del Kentucky e stabilire esplicitamente se le iniezioni violano o meno la Costituzione. Il mix di veleni somministrato al condannato è formato da tre componenti: un barbiturico che rende il prigioniero incosciente, una sostanza che rilassa i muscoli e paralizza il diaframma, un'ultima che provoca l'arresto cardiaco. L'apparente serenità con cui muore il condannato è stata messa in dubbio da alcuni studi e da casi di detenuti che sono morti in ritardo e in preda ad atroci sofferenze. E' stato questo il caso di Angel Nieves Diaz, al quale nel dicembre 2006, in Florida, sono state somministrate due dosi letali perché la prima iniezione aveva mancato la vena e trapassato i tessuti. Diaz ci ha messo 34 minuti a morire. L'incidente ha avuto un'eco enorme in tutto il mondo fino a indurre la Florida a sospendere le esecuzioni. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha una maggioranza di giudici cattolici, cinque su un totale di nove. Il verdetto, atteso entro giugno, è stato reso pubblico proprio mentre il Papa era alla Casa Bianca, a pochi isolati dal palazzo che ospita il Tribunale dei tribunali Usa. Nuovamente un passo indietro per la dignità umana.

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